
In viaggio verso il Libano – 1° giorno
La penna di Maria Chiara
Dei biglietti per il Libano
Sono i primi di agosto e strappo una settimana di ferie nell’osteria veneziana dove lavoro da un po’. Cerco di non dare importanza allo sguardo di totale disprezzo del mio datore di lavoro e dei colleghi e preparo i bagagli. Nella cultura veneta le ferie si prendono solo se costretti. A questa conclusione arrivo, ahimè, solo una settimana più tardi. Il datore di lavoro non risponde alle mie chiamate e un collega mi fa sapere che non lavoro più lì.
Ma che fare, io già da un pezzo ho belli che pronti i biglietti per il Libano. Il Libano, un Paese di cui sento parlare da mesi e che è diventato sinonimo di festa, lentezza orientale, caos interculturale: tutti concetti che senza problemi ammetto essere vicini al mio cuore e al mio tenace spirito edonista. Fino a luglio infatti vivevo in Armenia e sono molti i libanesi di origine armena che dopo la rivoluzione del 2018 hanno deciso di tornare nel paese dei propri avi.
Tendenzialmente in Armenia i libanesi si riconoscono dal fatto che sono più internazionali, parlano bene inglese, frequentano i bar normalmente e non sono perpetuamente alla ricerca di una vergine da sposare. Sono felice di abbandonare per qualche giorno lo stakanovismo veneto, i ritmi serrati e l’ordine che regna sopra ogni cosa. Inoltre, nell’anno precedente ho soprattutto viaggiato in paesi dell’ex Unione Sovietica e il Libano mi sembra un ottimo diversivo.
Mi alletta poi avere una compagna di viaggio che è abituata a spostarsi sia per lavoro che per piacere personale spesso e volentieri e nei paesi più diversi, non sarò io quindi a dovermi preoccupare di tutte le questioni pratiche e a dover fare da interprete. Non potevo immaginare che Claudia non solo si sarebbe ben volentieri preoccupata della parte pratico-organizzativa del viaggio, ma che ne sarebbe stata totalmente ossessionata. A questo punto, non volevo che mettermi in viaggio verso il Libano.
Problemi in quel di Belgrado
I problemi iniziano a Belgrado. Perché Air Serbia ha l’ottima idea di cancellare il nostro secondo volo. Assistiamo all’interessante spettacolo di greci urlanti che si lamentano del fatto che è già il loro terzo volo a subire questo destino. Con queste rasserenanti prospettive ci portano a passare la notte al Plaza di Belgrado.
Il giorno seguente ci sono 10 gradi e piove e i nostri vestiti leggeri e scialli da esploratrici dell’oriente si rivelano assolutamente inadeguati. Ho già visitato Belgrado e la Serbia in un’altra occasione e ne ho uno splendido ricordo, quindi da brave slaviste decidiamo stolidamente di affrontare le intemperie e andare a visitare il museo-mausoleo di Tito.
Passiamo la giornata a litigare con un tassista che ci chiede cinquanta euro per tre minuti di trasporto e con il bigliettaio del museo che rimpiange apertamente i tempi in cui nella Grande Serbia gli scarafaggi occidentali non mettevano piede. Non cercherò di riportare qui la felicità e l’emozione di finalmente salire sull’aereo diretto a Beirut. Finalmente in viaggio verso il Libano.


4 commenti
Eliana
Quando succedono questi disagi di viaggio tutto sembra andare a rotoli e nasce uno sconforto che non è facile eliminare. Per fortuna siete riusciti a partire nonostante tutto!
alittlesidetrip
Bisogna sapersi adattare sicuramente e non farsi prendere dallo sconforto e reagire.. infatti poi si è rivelato un viaggio incredibile!
Federica Assirelli
Il Libano è un paese di cui non so assolutamente nulla se non che credo si mangi molto bene perché quando vivevo in Thailandia mangiavo spesso in un ristorante libanese e mi piaceva molto! Seguirò quindi con piacere tutto l’itinerario!
alittlesidetrip
Ciao Federica! Se vai nella sezione Libano o sotto l’articolo, puoi trovare tutte le altre tappe di Claudia e Maria Chiara 🙂 la cucina libanese è buonissima!